Io mi occupo del circuito ATER DANZA, nato con l’intento di diffondere la danza contemporanea. Uno dei scopi principali che ci siamo posti per questo progetto è quello della diffusione della conoscenza della danza contemporanea, in particolare quella italiana che è abbastanza trascurata nei giorni nostri. Un’altra motivazione è stato il desiderio di realizzare questo progetto nella città di Bologna che, suonerà paradossale, è sprovvista dal punto di vista dell’offerta della danza contemporanea. Ci sono molti generi di spettacolo che Bologna offre ma non è frequente incontrare la danza contemporanea, in particolare quella italiana. Inoltre vogliamo far conoscere gli spettacoli italiani che ci sembrano essere particolarmente significativi e degni di nota e che nella maggior parte dei casi sono stati inosservati dalla gran parte del pubblico. Abbiamo anche voluto costruire un momento pubblico attorno alle due compagnie residenti al Teatro Testoni di Casalecchio e farle conoscere meglio al pubblico locale, sostenedo il loro lavoro di ricerca che presenteranno con due spettacoli in prima assoluta.
Il titolo della rassegna è particolare. Dalla prima parte, D.a.N.z.A., risalta all’occhio l’acronimo DNA. Il sottotitolo è Impronte di danza contemporanea. Quale messaggio possiamo intercettare da questo titolo?
Con il titolo abbiamo voluto indicare una mappatura della danza contemporanea italiana attraverso alcune produzioni che in questo momento ci sembrano le più significative. Con i miei studenti del DAMS di Bologna, dove insegno “Progettazione e gestione delle attività di spettacolo”, ho lavorato su alcuni temi e motivi della rassegna. Grazie a loro è venuto fuori il tema del DNA con il carattere di tratto distintivo che ci sembrava utile per contraddistinguere i momenti significativi della danza italiana. Successivamente ci siamo resi conto che queste tre lettere sono comprese nella parola danza ed è stato più che naturale usarlo come titolo.
E’ possibile suddividere il programma in due blocchi. Al primo apparterebbero artisti già affermati e attivi da anni nel panorama della danza italiana e al secondo quelli emergenti, etichettati spesso come ‘giovani autori’. Esistono fili conduttori tematici o estetici nella scelta degli artisti?
Il primo filo che ci ha guidato è stato scegliere alcuni spettacoli di notevole qualità. Inoltre, tutti gli spettacoli che abbiamo selezionato si occupano della modernità e dell’attualità. Ad esempio lo spettacolo di Virgilio Sieni riconduce alle più grandi tragedie della storia contemporanea, dall’11 settembre alla strage di Srebrenica. Lo spettacolo di Adriana Borriello si interroga sulla religiosità facendo riferimenti alle tradizioni del Sud italiano. La compagnia Tardito/Rendina ci offre una visione dell’uomo contemporaneo attraverso una chiave ironica, circense. Invece Caterina Sagna ci propone una full immersion nella vita quotidiana di tre individui e il loro conflitto. Nel secondo blocco abbiamo due giovani coreografe, Simona Bertozzi e Marina Giovannini, entrambi premiate diverse volte, e le due compagnie residenti al Teatro Testoni di Casalecchio, Le Supplici e Traversidanza.
Questo tipo di rassegna, come abbiamo accennato, è una novità per Casalecchio ma anche per Bologna. Quale riscontro possiamo aspettarci dal pubblico di queste parti?
Bisogna prendere in considerazione che è la prima volta che facciamo questo progetto. Lo scopriremo vivendo. L’obiettivo che ci auguriamo di realizzare è portare la danza contemporanea italiana al più vasto pubblico possibile. Quindi non solo agli appassionati di danza o gente del settore ma anche a quelli che potrebbero essere attratti dalla concentrazione così elevata di quantità di spettacoli in un’unica settimana. I prezzi dei biglietti sono abbastanza accessibili e sono presenti anche abbonamenti convenienti. Inoltre, dopo gli spettacoli saranno organizzati incontri tra artisti e pubblico come ulteriori momenti di approfondimento. Oltre a un’osservatorio critico che seguirà tutta la rassegna con recensioni e interviste agli artisti, pubblicati online e in forma cartacea, il 17 maggio sarà organizzato un convegno sulla formazione del pubblico con l’intento di facilitare, appunto, l’incontro con gli spettatori.
Tomas Kutinjač